Riflessologia Plantare

La riflessologia plantare, nota in Italia anche come massaggio zonale, è una terapia basata sul trattamento tramite pressione di  punti riflessi presenti sulle mani e sui piedi a cui corrispondono organi e apparati dell’intero organismo. Attraverso il massaggio di queste piccole aree cutanee è possibile stimolare le funzioni dell’organo corrispondente e favorire quindi la guarigione.

Secondo la riflessologia plantare, il corpo è diviso da dieci zone longitudinali -cinque per ogni lato-, che partendo dai piedi arrivano alla testa e da qui continuano fino alle mani e viceversa in un percorso inverso. In queste zone sono contenuti gli organi e le parti del corpo i cui riflessi corrispondenti si trovano appunto sui piedi e sulle mani. Il principio su cui si basa è che, la stimolazione, per motivi ancora non del tutto chiariti, riesca a liberare dalla congestione tessuti e nervi, rimuovendo le tossine che si sono accumulate, inducendo così il corpo ad attivare le proprie capacità di autoguarigione naturale.

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La riflessologia plantare, così come la conosciamo oggi, è nata dalla terapia zonale del medico americano William H. Fitzgerald (1872-1942), un otorinolaringoiatra che lavorò per molti anni della sua vita anche a Londra e a Vienna. Nella pratica quotidiana del suo lavoro ebbe modo di accorgersi che, facendo pressione su certe aree del corpo dei suoi pazienti, poteva compiere piccoli interventi sul naso e sulla gola senza fare uso di anestesia. Fu così, che un po’ per volta riuscì a tracciare una  mappa di queste zone e a sviluppare la sua teoria dei punti riflessi.

Fitzgerald fece conoscere la terapia ai suoi colleghi medici, soprattutto otorinolaringoiatri e dentisti che ne sperimentarono i vantaggi durante la loro pratica ambulatoriale. Sulla “materia” furono scritti e pubblicati articoli e libri che permisero alla riflessologia di arrivare al grande pubblico. Alcuni colleghi Di Fitzgerald svilupparono ulteriormente la teoria sul “massaggio zonale” apportando nuove idee e ampliando la mappatura così da poter trattare un numero sempre maggiore di disturbi. Tre furono i personaggi che dopo Fitzgerald contribuirono a segnare la storia della riflessogia: Joseph Shelby-Riley, un naturopata americano che scrisse due volumi specifici sulla terapia zonale, “Zone Therapy Simplified” (Terapia zonale semplificata) nel 1919 e “Science and Practice of Chiropratic With Allied Sciences” (Scienza e pratica della chiropratica con le scienze complementari) nel 1925; Eunice Ingham, americana, che pubblicò “Stories the Feet Can Tell” (Le storie che i piedi possono raccontare) 1938 e “Stories the Have Told” (Le storie che i piedi hanno raccontato), considerati un classico della riflessologia e ancora oggi molto utilizzati; Doreen Bayly, inglese, allieva della Ingham, che nel 1966 ritorna in Gran Bretagna e istruisce i primi terapisti in Europa, autrice del libro “Reflexology Today” (Riflessologia oggi) pubblicato nel 1978..