FAQ Naturopatia

Una consulenza naturopatica normalmente dura da un’ora a un’ora e mezza, ma in alcuni casi può durare anche due ore. Consta di tre momenti diversi:

Colloquio preliminare:

Vengono poste al soggetto un numero considerevole di domande, alcune anche di carattere un po’ privato. Ciò è importante al fine di raccogliere dati sullo stile di vita e sull’alimentazione, sui bisogni personali, su eventuali conflitti in ambito familiare, lavorativo e sociale. La naturopatia è una disciplina che prima di ogni cosa pone l’uomo al centro dell’attenzione, considerandolo nella sua unità inscindibile di corpo, mente, emozioni, e partendo dal presupposto che spesso all’origine di una malattia, possa esserci un conflitto irrisolto, un lutto non elaborato, un bisogno non soddisfatto ecc. Tutto ciò servirà a capire meglio quali strumenti usare per pianificare un buon trattamento. Si tratta di una fase di conoscenza in cui il naturopata cerca di creare un clima di amicizia e empatia, consapevole che anche da questo dipenderà il risultato finale.

Valutazione naturopatica:

Viene preso in esame il terreno costituzionale del soggetto in modo da verificare eventuali predisposizioni a particolari tipi di disturbi, sovraccarichi metabolici, carenze dell’organismo, intolleranze alimentari ecc. Si tratta di un’indagine energetico-funzionale la cui finalità è quella di accertare la causa dello squilibrio in atto. Per effettuare tale valutazione esistono diverse tecniche che vanno dall’utilizzo di apparecchiature bio-elettroniche, all’analisi dell’iride effettuata tramite l’iridoscopio, oppure all’impiego di tecniche di tipo manuale come ad esempio la riflessologia plantare o la kinesiologia applicata. Ogni naturopata, a seconda delle sue preferenze e delle sue conoscenze, sceglierà una o più delle suddette tecniche.  

Programma naturopatico:

Sulla base di quanto emerso attraverso il colloquio preliminare e la valutazione naturopatica, viene consigliato il trattamento più idoneo alla situazione. Vengono illustrate, quindi, le tecniche impiegate, quantificate le sedute e programmati i tempi e le modalità esecutive di tutto il programma terapeutico.

Ricordiamo che la naturopatia non concentra la sua azione sulla patologia specifica ma sulle cause profonde della disarmonia che l’ha originata, mirando ad un riequilibrio complessivo delle funzioni vitali dell’organismo, cosa che indirettamente porta ad un risultato sia sintomatico che preventivo.

È difficile fare una lista di tutte quelle situazioni dove la naturopatia può essere di aiuto, l’elenco infatti risulterebbe assai lungo e impreciso, possiamo invece affermare che grazie al suo approccio globale alla persona non esiste un ambito salutistico In cui la naturopatia non possa trovare applicazione, sia come terapia autonoma, sia come terapia a supporto delle cure mediche tradizionali.

Il trattamento naturopatico non deve mai essere considerato come sostitutivo di cure mediche. La decisione di sospendere eventuali terapie farmacologiche spetta esclusivamente al medico. Il compito del naturopata è solo quello di stimolare i meccanismi naturali di autoregolazione dell’organismo al fine di favorire e accelerare il processo di autoguarigione.

No. Si tratta di prestazioni professionali non riconosciute come cure mediche.

Più che di effetti collaterali bisogna parlare di manifestazioni fisiologiche indicative del fatto che l’organismo sta reagendo in modo naturale. Simili manifestazioni -da un soggetto non preparato preventivamente- piuttosto che come segnale dell’efficacia della terapia possono essere scambiati per effetti collaterali.