Iridologia

L’iridologia è una tecnica diagnostica naturale che permette di “leggere” nella parte visibile dell’occhio (iride, pupilla e sclera) informazioni relative alla salute fisica e psichica dell’intero organismo, individuando eventuali patologie prima ancora che si manifestino clinicamente.

Grazie all’indagine iridologica è possibile delineare un quadro completo del soggetto identificandone le caratteristiche costituzionali, il livello di vitalità, lo stato di organi e apparati e  conseguentemente effettuare, laddove necessario, una terapia preventiva o la cura per la patologia in atto.

La comunicazione tra iride e sistema cerebro-spinale e simpatico fa sì che ogni alterazione relativa all’equilibrio psicofisico possa esprimersi attraverso  una dilatazione o costrizione dei vasi ciliari o attraverso una contrazione o un cedimento dei muscoli iridei. Da questi movimenti si formano i segni sull’iride: segni che hanno una complessità e una completezza straordinaria, in grado di fornire informazioni minuziose sui vari livelli bio-funzionali dell’intero organismo.

L’iridologo non è altro che un conoscitore del linguaggio segnico delle iridi e per questo in grado di interpretare i messaggi relativi allo stato globale di salute della persona.

L’origine dell’iridologia risale al secolo scorso, anche se, popoli dell’antichità come greci, egizi, cinesi, avevano già capito l’importanza dell’occhio come “strumento” di lettura per la ricerca e la comprensione delle malattie umane. Famosa in proposito è la frase di Ippocrate (460-377 a.C.) : “Tali sono gli occhi, tale è il corpo”.

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L’iridologia moderna nasce in Ungheria nel 1880 grazie agli studi e alle ricerche del medico omeopata Ignaz von Peczely (1826-1911) che in quell’anno pubblicò un saggio intitolato: “Introduzione allo studio della diagnostica attraverso gli occhi”, dove veniva riportata una mappa comprendente 35 punti corrispondenti ad altrettanti organi del corpo umano. L’interesse di Peczely allo studio dell’iride è legato ad una vicenda accadutogli quando era ancora un ragazzino: raccogliendo un gufo ferito ad una zampa si accorse che nell’occhio dell’animale dalla parte dell’arto leso era comparsa una linea scura; questo segno poi si era modificato fino a scomparire del tutto a guarigione avvenuta. Molti anni dopo, esercitando la professione di medico, notò lo stesso fenomeno su un occhio umano, cosa che gli fece mettere in relazione i due episodi e che lo portò a studiare gli occhi dei suoi pazienti fino a trovare delle correlazioni tra i segni dell’iride e le malattie di cui soffrivano.

Successivamente, lo svedese Niels Liljequist pubblica l’opera: “Om Oegendiagnoses”, nella quale mette in relazione gli effetti delle malattie e di alcuni particolari farmaci sulla pigmentazione dell’iride. Da allora la ricerca e la sperimentazione sull’iride non si è mai conclusa ed importanti contributi arrivano da tutte le parti del mondo per arricchire sempre più questo straordinario metodo di analisi diagnostica. Partiti con 35 corrispondenze, oggi contiamo 160 punti iride-organi.